Compleanni ultracentenari

In ritardo di un giorno (mi devo sempre distinguere) ci tenevo a fare gli auguri al caro amico di una vita.
Colui che a prescindere dal mood ha sempre una storia da raccontarti: riflessiva, frivola, impegnata (odio questo termine con tutta me stessa, ma merita di stare in questa lista), cafona, di supereroi, muta, in technicolor, in bianco e nero, su pellicola, in digitale, in 3D (RIP non ci mancherai a meno che tu non sia in hd), drammatica, di fantascienza ecc… IL CINEMA.

Quest’anno più che mai, viste le restrizioni, mi manca tantissimo la sala e il correre fuori di casa nel weekend per andare al cinema.
Sono un po’ moralmente smontata all’idea di tutti i posticipi in tabellone e ai film che magari avremmo potuto già vedere in condizioni normali.
Il mio 2020 doveva essere finalmente l’anno di Black Widow tra le tante cose e, mi viene in mente, Dune di cui non sono mai stata particolarmente fan e non sentivo il bisogno di un remake, ma il trailer era interessante.
Di conseguenza mi sono ritrovata più volte a pensare a tutti quei film che in vita mia mi sarebbe piaciuto vedere per la prima volta in sala e invece per ragioni svariate ho potuto recuperare solo in home video oppure in tv.
Sia chiaro, questa cosa non per questo li invalida, ma gli toglie quel certo non so che

Non è una classifica, sono solo alcuni di quelli che mi vengono in mente in ordine sparso, ma io penso avrei dato un braccio per vedere in sala:

L’arca Russa di Aleksandr Sokurov

Tre secoli di storia della Russia in un unico piano sequenza all’interno dell’Ermitage sul grande schermo e nel buio della sala non sono minimamente paragonabili al televisore.

Rebecca di Alfred Hitchcock

La fotografia è pazzesca.

Ultimo Tango a Parigi di Bernardo Bertolucci

L’Odio di Mathieu Kassovitz

Anche in questo caso, io sempre di parte per la fotografia.

Natural Born Killers di Oliver Stone

Il film-videoclip per eccellenza dove penso sarei uscita dalla sala drogatissima per il montaggio, ma sono certa ne sarebbe valsa la pena. Ringraziamo Quentin Tarantino per le sue doti di storyteller.

Suspiria di Dario Argento

Sicuramente ne sto dimenticando qualcuno, ma come dicevo qualche riga fa è solo un estratto.
Intanto, buon centoventicinquesimo compleanno cinema, portiamo un po’ di pazienza e speriamo di rivederci presto dove meglio compete.

Once upon a time… in Hollywood (Quentin Tarantino – 2019)

OUATIH-24X36_d35f04f9-ce2e-4f9c-a89f-0b60dfe3f74b

Ci sono, a 72 ore dalla visione e con poche idee ma sicuramente meno confuse rispetto a quando sono uscita dalla sala, per parlare del nono film di Quentin.
Leggete solo se l’avete visto perché non garantisco un post spoilerfree, poi non dite che non vi avevo avvisati.

Se dovessi riassumerlo con una frase direi che C’era una volta a Hollywood è l’inizio della fine.
Mi spiego, per come ho percepito questo film, gli ultimi fotogrammi potenzialmente preparano lo spettatore a un qualsiasi documentario sull’omicidio di Sharon Tate. Il film di Tarantino, per me, è a tutti gli effetti una specie di enorme prequel degli eventi di cronaca solo in chiave di documentario sul cinema.
Ecco, se volessi una storia romanzata del cinema del XX secolo saprei a mani basse a chi commissionarla, ma qui parliamo di altro.
Mi è piaciuto? sì, perché come già intuibile dalla struttura narrativa di The Hateful Eight, anche questo l’ho visto come un lavoro nuovo per lui, il tentativo di una nuova strada narrativa rispetto a quello che ci ha abituati in tutti questi anni, ma è potente come gli altri suoi film? Per quanto mi riguarda, proprio per questo motivo il parere è più che soggettivo.

https___blogs-images.forbes.com_scottmendelson_files_2019_03_MV5BYTUzZDQzNTMtNThkYi00MTc4LTgwYmMtOWVjZDIxZGU4NGU2XkEyXkFqcGdeQXVyODY1NDk1N.jpg

Detto tra i denti non mi aspettavo un film così e sono anche stata ben attenta a documentarmi il meno possibile nel dettaglio, per scelta (per non rovinarmelo) ma non sono uscita fomentata dalla sala, solo divertita. Stavo cercando di analizzarlo e lo sto ancora analizzando, ne sto scrivendo per pensarci meglio.
Credo sia stato il film con meno spargimenti di sangue in assoluto di tutta la sua filmografia e non è nemmeno un problema perché il gore gratuito c’è, seppur in piccola percentuale, è che… è… strano?! Inusuale forse. Non parliamo nemmeno di mancanza di crudeltà perché quella c’è.
Manca un protagonista mosso da vendetta o che cerca di fare fuori qualcuno in senso stretto come missione di vita, è un terreno tutto nuovo. Ci sono due storyline che viaggiano su rette apparentemente parallele ma che poi si rivelano incidenti, tuttavia non ritengo abbiano lo stesso peso narrativo sullo spettatore.
Il film è molto divertente, ha un tono come al solito scanzonato ed eccentrico e si può ritrovare tutto l’amore che ha Tarantino per il cinema in generale, così come per tutto quello che lo ha ispirato negli anni. Ci sono anche degli inside jokes che riguardano i suoi lavori precedenti che probabilmente sfuggiranno allo spettatore occasionale dei suoi film, ma non fanno altro che arricchire un piatto già ricco.
In ogni caso si tratta di puro metacinema, è una pellicola piena di citazioni e autocitazioni, forse più del solito ma allo stesso tempo sconvolgentemente anticlimatica. Per lo meno, per come la vedo io, non è ciò che normalmente ci si aspetterebbe da un suo film tipo, diciamo che ora capisco i pareri spaccati a Cannes.

once-upon-a-time-1566406378-640x372

Un problema che ho trovato nella messa in scena è che sembra sempre debba arrivare il punto di svolta (per come lo immaginavo io), ma non arriva veramente. Forse ci ha cresciuti come dei macellai, ci ha abituati “male”, forse hanno sbagliato a venderci il film in fase marketing acchiappaclic con Tarantino fa un film su Charles Manson e Sharon Tate, ma è così che gira il mondo. Cioè sia chiaro, so come funziona Quentin Tarantino, lo so che fa film sul cinema sfruttando gli stratagemmi del cinema, mi sembrava a priori un po’ strano decidesse di parlare di un caso di cronaca nera e un serial killer oltretutto gettonatissimo, però forse lo immaginavo diverso. Forse sto invecchiando (ho davvero appena scritto questa frase in una non-recensione vado a bere la candeggina).
In poche parole su 5 stelline gliene do 3.5 dove fondamentalmente il voto sale per la colonna sonora sempre impeccabile, gli effetti speciali e soprattutto il cast: come ho già detto in precedenza io sono entusiasta all’idea di Di Caprio che lavora per Quentin perché riesce a fargli fare ruoli sopra le righe fatti bene, stesso discorso vale per Brad Pitt di cui non sono mai stata particolarmente fan nella vita ma, funziona. Ho riso tantissimo a vedere Zoe Bell e Kurt Russell nei panni della coppia sposata, mentre invece ho trovato un po’ sacrificata Margot Robbie a livello recitativo anche se ne ho capito l’intento di fondo.
Lo rivedrei volentieri comunque perché è un lavoro ricco di elementi e magari potrei trovarci altro che mi è sfuggito.
Ma soprattutto esigo un poster di Di Caprio con il lanciafiamme e la benda nera sull’occhio perché è meraviglioso.
Voi l’avete visto? cosa ne pensate?

RIP Chuck Berry

1401x788-74254325

D’accordo, aveva 90 anni e ovviamente mi dispiace, ma ahimè ci ha lasciati anche lui.
Non ho mai approfondito seriamente la conoscenza, ma per vie traverse è arrivato anche nella mia vita e mi sembrava davvero ingrato lasciar correre e non dire niente visto che indirettamente si parla anche di cinema.

future-boy-11
Ci ricordiamo tutti quanti la scena di Marty Mc Fly sul palco nel primo capitolo di Ritorno al Futuro durante il ballo a scuola con Marvin Berry che telefona a Chuck Berry per dirgli che aveva trovato il sound tanto cercato grazie a uno strano ragazzino sul palco con in braccio una Gibson.
Chissà come sarebbe potuta essere quella scena se per ipotesi Johnny Be Good non fosse mai esistita…

Ma poi, Ritorno al Futuro a parte (visto che quella trilogia è stata inevitabilmente il primo collegamento sensato che mi è balzato alla mente) il tributo glielo voglio fare anche con un altro film degli anni 90 perché, per quanto si possa essere abituati a dare per scontato tante cose, mai come oggi mi sono chiesta se per ipotesi  You Never Can Tell non fosse mai esistita, cosa avrebbe potuto usare Quentin Tarantino durante la scrittura di questa scena di Pulp Fiction per far ballare in quel modo così awkward, ma a suo modo perfetto, Uma Thurman e John Travolta…

Tutto questo non lo sapremo mai e sinceramente, CHISSENE

Grazie Chuck