Joker (Todd Phillips – 2019)

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Ne hanno parlato ormai tutti in tutti i luoghi e in tutti i laghi e io ho lasciato passare due settimane dalla visione, ma secondo voi tutto ciò mi fermerà dallo sprecare ulteriori parole per questo film, sul blog? no di certo. Anzi, meglio così almeno magari non urlerete agli spoiler perché ce ne saranno.

Tempo fa avevo scritto questo post dove mi dilungavo a ciarlare delle trasposizioni cinematografiche passate del Joker che mi avevano entusiasmata e di quanto mi… ahem,  passatemi il termine, cagassi in mano al pensiero di un nuovo prodotto targato DC Comics nonostante il mio hype alle stelle e adorazione per Joaquin Phoenix nei panni del suddetto villain.
Dunque, facevo bene ad avere paura? no, perché ne hanno clamorosamente azzeccata una e l’hanno pure fatto in modo plateale.
Io non so cosa dire.
Ripeto, sono passate due settimane e ancora sono qui a pensarci.

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Prima di tutto ci tengo a dire che sono davvero felice di essere capitata al cinema in un orario “triste” ai più perché almeno eravamo quattro anime di numero e mi sono goduta il film al meglio, non c’era nessuno intorno a me. Insomma, la pace. Ho sentito gente lamentarsi di sale piene zeppe e dire di gente che rideva nei momenti meno opportuni. Che poi, che ci troverete da ridere in un film così lo sapete solo voi, ma non voglio indagare. Davvero.

Detto ciò veniamo a noi: un film d’autore mascherato da cinecomic a tutti gli effetti con i vari annessi e connessi legati al personaggio, fatto così bene, giuro che mai me lo sarei aspettato ma allo stesso tempo ci speravo davvero molto.
Non ha una nota fuori posto, dalle inquadrature alla fotografia che da un’idea di sudicio e degradato, piena di toni verdastri, seppia e marroni, passando poi per la colonna sonora (che esigo) con tanto classic rock, Stephen Sondheim e Chaplin.
Todd Phillips dopo anni di buddy movies scanzonati come Starsky & Hutch, Una Notte da Leoni, Parto Col Folle, a volte anche con derive alquanto demenziali, ha partorito qualcosa di inaspettato: un bel film oscuro, straziante, coinvolgente (fin troppo) e politicizzato, nonché un’autentica potenziale genesi del Joker di Heath Ledger che attinge a tratti anche dalla graphic novel The Killing Joke di Alan Moore (che sono davvero contenta di aver riletto prima della visione) improntata su una cosiddetta brutta giornata estremizzata.

Anche al Joker di Joaquin Phoenix ne capitano di ogni e non voglio assolutamente semplificare la faccenda ma se la genesi originale del personaggio consisteva nel far cadere un disgraziato nei rifiuti tossici, in un certo senso si può dire che Arthur Fleck sia stato “fatto cadere” tra i rifiuti della società. Una società meschina, chiusa in se stessa, occupata a badare al proprio orticello e che ha paura del diverso. Ovviamente la faccenda in questo caso è più complessa di così e aiuta rendere il tutto molto più stratificato nella sua complessità. Il fatto di ritrovarsi con il POV del villain regala un ribaltamento del mondo di Gotham City e offre materiale di discussione in quantità. Non mi sento nemmeno in grado di affrontare certe questioni ma i palesi spunti di politica e temi sociali made in USA come ad esempio la condizione precaria del sistema sanitario e la libera fruizione delle armi, in questo caso anche da parte di persone con disturbi mentali oppure il sempre attualissimo discorso dell’utilizzo dei mass media li ho trovati interessanti e agghiaccianti nella loro messa in scena.

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Joaquin Phoenix è, come al solito, bravissimo in tutti i ruoli che fa. Si tratta di un attore letteralmente camaleontico di quelli che dove lo metti, lo metti e ti porta a casa la performance, per non parlare dei mutamenti fisici a cui si sottopone.
Era da anni il mio sogno perverso vederlo nei panni della nemesi di Batman e non mi ha assolutamente delusa, anzi ha fatto un danno, è riuscito a tratti a farmici empatizzare. Non esagero nel dire che l’ultima volta che sono stata così poco a mio agio nel vederlo recitare in un film è stato nei panni di Freddie Quell in The Master di Paul Thomas Anderson. In quel film era qualcosa che non si spiega: ipnotico, in preda allo stress post traumatico reduce dalla guerra e in un certo senso plagiato dal personaggio di Philip Seymour Hoffmann. In Joker, invece, il suo personaggio è plagiato dalla madre che gli ha mentito per tutta la vita e ne ha abusato fin dall’infanzia. Siamo spettatori, insieme a lui, di una ricerca della propria identità attraverso abusi e violenza fisica e psicologica fino a giungere al punto di svolta, che sfocia nella cosiddetta lucida follia portando con se la catastrofe vera e propria, ma in tutto ciò l’aspetto davvero preoccupante è che a tratti ne si comprendano i gesti.
SE NON DATE L’OSCAR A JOAQUIN PHOENIX NEMMENO STAVOLTA VENGO A NUOTO A PICCHIARVI

(non so nuotare, dateglielo)

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Anche questo film è stato catalogato come divisivo, c’è stato chi ha detto che non meritava il leone d’oro e chi sì. Io non ero presente al Festival di Venezia e non posso sapere cosa mi sono persa ma nel momento in cui è stato annunciato nella lista in concorso ero sicura che non se ne sarebbe mai andato via a mani vuote, certo è un film che ti rimane addosso. Spero il passaggio al lido, con tanto di premio, gli porti fortuna anche durante l’awards season in un modo o nell’altro.

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Nel bene o nel male a noi resta un lavoro a dir poco singolare, pieno di scene già iconiche e che rimanda tantissimo nei toni a una vera e propria graphic novel anche in termini di violenza. Brava DC comics ce l’hai fatta.

Io voglio tornare a vederlo, al diavolo il malessere.

7 pensieri su “Joker (Todd Phillips – 2019)

  1. Ohibò! Dopo i già commentati tanti mesi di silenzio, adesso te ne esci con due recensioni nuove di zecca a due settimane di distanza l’una dall’altra… Che goduria!

    Ho fatto questa premessa, perché (mi conosci!) ho sempre apprezzato le cose che scrivi e come le scrivi ed anche se non condividiamo completamente la stessa identica visione di cinema (la mia è più una forma di cialtronismo snob, paludata di vittimismo consapevole piena di nozioni e saccenza mitigate dal non-rifiuto per il mainstream, mentre le tue critiche hanno sullo sfondo una concezione oscillante da un lato con una sorta di Sturm und Drang di misconosciute eredi dei Romanov costantemente sconvolte dalle tempeste fisiche ed emozionali sui versanti di eterne Wuthering Heights narrative e dall’altro una disincantata predilezione per i silenzi ed i lenti movimenti di anime che fluttuano grigie sullo schermo, che sono poi quelle di certo cinema “alto” che va da Wenders a Refn) ed anche con questo Joker sei stata a mio avviso una delle poche voci senzienti…

    Si, perché questo film, come diciamo entrambi (io nel mio post e tu sul tuo) è effettivamente «un film d’autore mascherato da cinecomic a tutti gli effetti con i vari annessi e connessi legati al personaggio»: per ottenere un suo spazio all’interno della distribuzione cinematografica statunitense, Todd Philips ha volutamente strutturato una grandissima “paraculata”, creando un grandioso film drammatico, presentandolo al mondo come cinecomic senza tuttavia esserlo affatto (né per struttura né per respiro filmico), usando quindi tutti i canali comunicativi massificati tipici del genere stesso; questo ha generato la reazione imemdiata del pubblico nerd e post-nerd o finto-nerd, che di conseguenza hanno partorito tonnellate di recensioni, in cui hanno frainteso la trama (le teorie sui 9 omicidi commessi, di cui ovviamente il pubblico generalista si avvede solo di 6, perché non vuole credere ai 3 più orribili con cui non potrebbe empatizzare), parlato di plagio (laddove invece abbiamo omaggi consapevoli, con un uso delle focali e dei carrelli completamete diversi, per non parlare delle palette cromatiche assolutamente estranee agli anni ’70) ed arrivando a preoccuparsi dell’unica cosa che alla fine interessa ad un pubblico dopato da universi condivisi ovvero di chi è figlio Arthur? Seriamente?

    In mezzo al gruppone di persone che stanno citando la magnifica Batman: The Killing Joke di Moore e Bolland senza averla davvero letta (dovrebbe essere proibito parlare di Batrman in pubblico senza mostrare una certificazione che testimoni di aver letto almeno The Dark Knight Returns, The Killing Joke ed Arkham Asylum), tu lo hai palesemente gustato davvero e quindi capisci l’ispirazione ma non la mimesi (che non c’è), mentre (finalmente, Deo gratias!) poni giustamente l’accento sui «palesi spunti di politica e temi sociali made in USA come ad esempio la condizione precaria del sistema sanitario e la libera fruizione delle armi, in questo caso anche da parte di persone con disturbi mentali».

    Sulla recitazione di Phoenix penso non sia davvero necessario aggiungere altro: una qualsiasi delle scene in cui è presente sullo schermo avrebbe nobiliato persino un cinepanettone, figurarsi un film così… Era dalla visione di Phantom Thread che non avevo la voglia di alzarmi in piedi in sala per applaudire un attore (magari in un teatro da poster di storia del cinema come quello dove nel film proiettano Modern Times di Chaplin, con la sublime maschera del clown che fa ridere la folla dei potenti mentre con i pattini sfugge ogni volta alla caduta nell’abisso), quasi sconvolto dalla sua bravura!

    Applausi per te, Blackgrrrl, appalusi.

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    • Te l’ho detto che ultimamente sto sforzandomi di tornare a scrivere. il blog mi manca e se ho l’ispirazione lo faccio. Questo post mi è uscito un po’ di getto dopo – ripeto – 15 giorni di riflessioni caotiche. Ho trovato davvero difficile parlare di Joker perché è davvero pregno di elementi. Tu sei sempre troppo gentile e davvero non sento di meritarmele certe cose che mi dici, io sono una cazzona che parla di quello che vede, sono una che inciampa su se stessa da ferma, te mi scomodi il romanticismo tedesco, non ho i soldi per farti il bonifico 😀

      Da qualsiasi punto lo si guardi questo film è un gran prodotto di intrattenimento, solo non nei canoni classici del cinecomic, cioè penso che chi vada con l’idea di vedersi un film ignorantone prenda un granchio enorme, o meglio questo è ciò che penso io poi sarei curiosa magari di sapere cosa ci vedano altri.
      Sono anche stufa di tutti gli allarmismi scatenati quotidianamente dalle testate di cinema specializzate o meno statunitensi, secondo me non sanno nemmeno di cosa stanno parlando o forse non gli interessa. Parlavano giustamente di precauzioni su potenziali fanatici tipo il pazzo che aveva fatto la strage quando è uscito The Dark Knight (o The Dark Knight Rises) ma non si sono accorti che Joker parlava proprio di questo.
      Delle tre graphic novel che hai citato ho letto solo The Killing Joke e conto di recuperare altro, ho sempre avuto un debole per i disegni dei fumetti DC Comics rispetto alla Marvel ma dell’ultima mi sono affezionata tantissimo ai personaggi ed è già un problema capire da dove iniziare a leggere le storylines così, figuriamoci 😀 non c’è nemmeno minimamente la luce in fondo al tunnel. The Killing Joke però è davvero stupendo, se dovessero mai farci un film fedele al fumetto probabilmente verrebbe fuori una roba psichedelica.

      Facciamo partire la campagna GIVE JOAQUIN PHOENIX AN OSCAR! basta!!!

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  2. Aldilà della mia logorrea, in realtà m’imbarazza fare il saccente e mettermi a pontificare… Tuttavia, da quel pochissimo che ho imparato a conoscerti, penso che impazziresti per Arkham Asylum: A Serious House on Serious Earth, con le tavole letteralmente dipinte, con tecnica mista, da un Dave McKean in stato di grazia ed un Grant Morrison probabilmente al suo top come scrittore (quando la giovane psichiatra dell’ospedale riesce a convincere Harvey Dent a sostituire la moneta, che lancia per ogni sua scelta capitale, con un mazzo di carte dei tarocchi, portando quindi le opzioni da 2 a 52, beh, ti assicuro che scavalchiamo di un balzo un bel po’ di letteratura contemporanea).

    Quanto mi piacerebbe un tuo commento di post-lettura…

    Buona serata!

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    • Oddio potrebbe essere interessante effettivamente. Adesso sono presa a recuperare il più possibile materiale sul Winter Soldier e Natasha Romanoff (e non è una passeggiata di salute, men che meno economica) ma vedrò di incastrarci qualcosa del mondo Batman appena possibile 😀 Grazie della dritta.

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